giovedì 30 maggio 2013

E' strepitoso!!! Guardate le follie futuristiche di Motorola:Un tatuaggio elettronico e una “vitamina autenticante”:


Motorola sta facendo nuove esperienze e ha pensato di creare nuove cose... Infatti sta pensando che in futuro di avere il wearable compunting, ovvero la tecnologia che si indossa, Motorola è un gradin più altro e vuole stupirci per davvero, anzi, addirittura ingoiarcelo. Alla conferenza D11 Regina Dugan, Senior Vice President per i progetti e la tecnologia avanzata a Motorola, ha appunto mostrato due di questi prototipi.




Il primo è un tatuaggio elettronico che Regina ha mostrato sul suo stesso braccio, ironizzando poi sui futuri conflitti genitori-figli, quando i proprio figli lo vogliono a tutti i costi. Scopo del tatoo? Ignoto, ma chiunque abbia visto almeno un film di fantascienza, potrà immaginarsene una buona dozzina.
Il secondo pezzo di futuro è ancora più inquietante: una pillola di Proteus Digital Health che dovremmo ingoiare e che sarà poi alimentata dagli acidi nel nostro stomaco (non so se gridare al genio o al rigurgito! NdR). Una volta ingerita, questa genererà un segnale a 18-bit direttamente dal nostro corpo che detta in breve ci renderà dei “token di autenticazione viventi“; non a caso Dugan l’ha chiamata “vitamina autenticante.” E se pensate che tutto questo sia in mezzo scherzo, sappiate che la pillola di Proteus è già stata approvata dall’ FDA (Food and Drugs Administration). Anche in questo caso vengono in mente molti scenari: dal semplice passaggio di punti di accesso, all’uso di dispositivi sensibili che si attivano solo in prossimità del nostro corpo, al teletrasporto (ok, quest’ultimo non c’entra molto, ma già che ci siamo…).
Se insomma il problema principale del wearable computing è la flessibilità del corpo umano, contrapposta alla rigidità della tecnologia, Motorola non si è messo assolutamente in sfida, e sapere che Regina Dugan ha in passato lavorato come direttore alla DARPA (un’agenzia del dipartimento della Difesa statunitense dedita ai progetti di ricerca avanzata per uso militare) e sicuramente questo ci tranquillizza; o forse è proprio quello che ci preoccupa!



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